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Neuropsicologia e psicoterapia

Servizi per Bambini

bambina in seduta psicologica
Neuropsicologia

Ci occupiamo di diagnosi e pianificazione di trattamenti di bambini che presentano:

  • Ritardo dello sviluppo psicomotorio 0 -2 anni
  • Funzionamento intellettivo limite e disabilità intellettiva
  • Danni cerebrali, sindromi genetiche
  • Nascita pretermine
  • Disturbi specifici del linguaggio
  • Difficoltà o disturbo Specifico dell’Apprendimento (dislessia, disortografia, discaluculia, disgrafia).
  • Disturbo dell’attenzione ed iperattività 
  • Autismo e disturbo della comunicazione sociale 
  • Disturbo della coordinazione motoria 
  • Sindrome non verbale
  • Disturbi di specifiche funzioni neuropsicologiche (attenzione, memoria, funzioni esecutive, abilità visuo-spaziali)

Interventi abilitativi e presa in carico: 

Qualora necessario, potranno essere attuati interventi finalizzati a potenziare gli ambiti di difficoltà:

  • Abilitare e potenziare le abilità cognitive ipoevolute
  • Abilitare e potenziare le funzioni neuropsicologiche 
  • Promuovere i prerequisiti per l’apprendimento della letto-scrittura e di calcolo
  • Potenziare il processo di lettura
  • Potenziare la componente ortografica della scrittura 
  • Potenziare le abilità di calcolo matematico
Approfondimento
  • La neuropsicologia è un ramo della psicologia che studia  la relazione fra il cervello ed  il funzionamento cognitivo e comportamentale di un individuo. Il neuropsicologo è uno psicologo specializzato nella valutazione e nell’intervento di problemi cognitivi  che possono insorgere in diversi momenti della vita e che influenzano il comportamento della persona.

     Che cosa fa un neuropsicologo dell’età evolutiva?

    Il neuropsicologo dell’età evolutiva è specializzato nella diagnosi e nel trattamento di disturbi cognitivi e comportamentali di bambini e adolescenti. E’ formato per identificare le condizioni che possono ostacolare lo sviluppo e le attività del bambino a casa o a scuola.

    Un neuropsicologo dell’età evolutiva si occupa di bambini e adolescenti che presentano:

    • Danni cerebrali innati o acquisiti
    • Sindromi genetiche
    • Atipie dello sviluppo associate a nascita pretermine
    • Problemi cognitivi
    • Difficoltà di linguaggio
    • Difficoltà negli apprendimenti scolastici
    • Difficoltà di attenzione
    • Autismo
    • Ritardi dello sviluppo

    Che cos’è una valutazione neuropsicologica?

    Una valutazione neuropsicologica fornisce informazioni sullo sviluppo cognitivo, sulle competenze scolastiche e sul funzionamento comportamentale del bambino. La valutazione neuropsicologica consiste nella somministrazione di test standardizzati e in una osservazione comportamentale che ha lo scopo di identificare le cause della difficoltà. Sulla base dei risultati della valutazione, il neuropsicologo potrà formulare una diagnosi e un  programma di intervento per il recupero delle fragilità emerse.

    La valutazione neuropsicologica del vostro bambino/ragazzo  potrà coinvolgere diverse funzioni cognitive:

    • Abilità intellettiva globale (quoziente intellettivo)
    • Attenzione e concentrazione
    • Memoria
    • Competenze scolastiche
    • Abilità visuo-percettive
    • Ragionamento, problem solving e abilità di pianificare azioni complesse
    • Abilità fine-motoria e visuo-motoria
    • Linguaggio
    • Abilità socio-relazionali e comunicative
    • Emozioni e comportamento
    • Abilità adattive nella vita quotidiana.

    Come si svolge una valutazione neuropsicologica?

    La valutazione neuropsicologica  inizia con un colloquio in presenza dei soli genitori, durante il quale sono raccolte le informazioni relative alla storia dello sviluppo, alle condizioni mediche ed alle motivazioni per cui si richiede una valutazione.

    La valutazione del bambino o del ragazzo è condotta in 3–5 incontri, durante i quali vengono somministrati i test standardizzati scelti sulla base delle difficoltà presentate.

    Durante la valutazione, solitamente il genitore non è presente ed attende nella sala d’attesa. Per i bambini di 0-3 anni la valutazione potrà essere condotta in presenza dei genitori.

    Ai bambini in età scolare si potrà descrivere la valutazione spiegando loro che faranno una serie di attività che prevedono la risposta a quiz, giochi di costruzione, prove di velocità e giochi di memoria. Per i bambini in età prescolare l’attività di valutazione potrà essere descritta come una serie di giochi di costruzioni, puzzle e narrazione di storie.

    I bambini possono portare una piccola merenda da consumare nei momenti di pausa.

    Come si conclude una valutazione neuropsicologica?

    Al termine della valutazione, il neuropsicologo codificherà tutti i test somministrati e preparerà una relazione dettagliata in cui saranno riassunti i risultati dei test e le conclusioni diagnostiche. La relazione finale fornirà anche una lista di suggerimenti per impostare il programma terapeutico e suggerimenti per migliorare il comportamento e/o gli apprendimenti del bambino. La valutazione potrà aiutare a comprendere i punti di forza e di debolezza in modo da pianificare in modo mirato l’intervento terapeutico che potrà coinvolgere altri professionisti come psicoterapeuti, terapisti occupazionali, neuropsicomotricisti e logopedisti per un sostegno continuo allo sviluppo del vostro bambino.

    Interventi abilitativi e presa in carico:

    Qualora necessario potranno essere attuati interventi finalizzati a potenziare gli ambiti di difficoltà:

    •  Abilitare e potenziare le abilità cognitive deficitarie
    •  Promuovere i prerequisiti per l’apprendimento della letto-scrittura e di calcolo
    •  Potenziare il processo di lettura
    •  Potenziare la componente ortografica della scrittura
    •  Potenziare le abilità di calcolo matematico
Neuropsicomotricità

Ci occupiamo di bambini di età compresa tra gli 0 e i 10 anni con:

  • Ritardo psicomotorio (o alterazione nell’acquisizione delle funzioni relative a una o più aree dello
    sviluppo psicomotorio).
  • Esiti da nascita pretermine
  • Disturbi del neurosviluppo (spettro autistico; iperattività, disattenzione, impulsività; disprassia)
  • Difficoltà di coordinazione motoria, difficoltà fino-motorie e visuo-spaziali
  • Disturbi della regolazione
  • Difficoltà di relazione e comunicazione
  • Disturbi specifici dell’apprendimento
  • Disabilità intellettiva
  • Quadri sindromici
  • Bambini con vissuti importanti come bambini adottati, in affidamento, a lungo ospedalizzati
  • Bambini con difficoltà in una o più aree dello sviluppo, avendo presente che esse sono interconnesse

La terapia neuropsicomotoria può essere:

  • Individuale
  • In coppia
  • In piccolo gruppo (max 4)
Approfondimento

 Il Terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva (TNPEE), laureato in Terapia della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva e iscritto all’Albo, è il Professionista Sanitario che svolge attività di abilitazione, di riabilitazione e di prevenzione nei confronti di bambini con disabilità o bambini che presentano difficoltà in una o più aree dello sviluppo. Collabora con l’equipe multiprofessionale dell’area neuropsichiatrica infantile o altre figure coinvolte nell’area pediatrica.
IL TNPEE si relaziona con persone in età evolutiva che stanno acquisendo quelle competenze intra – ed inter-personali che permetteranno loro la partecipazione e l’inclusione nel mondo delle “persone”:

  • la presa di coscienza di Sé
  • la presa di coscienza dell’altro
  • la presa di coscienza delle regole che definiscono i rapporti interpersonali e, più in generale, del gruppo sociale
  • il padroneggiamento delle strategie di fronteggiamento delle novità e delle difficoltà
  • la pianificazione dei propri comportamenti in base a uno scopo

Si tratta di un percorso di “crescita” complesso ed articolato reso possibile, da un lato, dalla progressiva maturazione di strutture neurobiologiche che riescono ad organizzare le esperienze in sistemi di
complessità crescente e, dall’altro, dalla progressiva acquisizione delle abilità emergenti (motorie, prassiche, affettivo-relazionali). Tali abilità, rendendo possibile l’agire e l’interagire con e su l’ambiente,
permettono al bambino di effettuare quelle esperienze “critiche” per la realizzazione del suo percorso di “crescita”.

La terapia neuropsicomotoria si configura quindi come un intervento (educativo, preventivo o terapeutico) atto a migliorare l’interazione e l’integrazione tra funzioni affettive, cognitive, motorie e senso-percettive.
Il terapista, a seguito di un’osservazione e valutazione neuropsicomotoria (colloquio con il genitore e osservazione del bambino/a in stanza), coglie i punti di forza e fragilità del bambino e attraverso un approccio globale si prefigge di:

  • Sostenere l’integrazione delle funzioni motorie-percettive dando valore agli atti come rilevatori dei processi adattivi e mentali del bambino
  • Promuovere l’organizzazione delle competenze emergenti
  • Sviluppare le potenzialità presenti ed accrescere il senso di efficacia e autostima
  • Sollecitare i processi di riorganizzazione funzionale contribuendo alla regolazione e alla stabilizzazione di uno sviluppo armonico

Nella sala del TNPEE nulla è lasciato al caso: lo spazio viene allestito e modificato in base alle caratteristiche del bambino e agli obiettivi della terapia. Grande importanza riveste però l’iniziativa e la scelta del bambino
al quale la terapista si connette e avanza proposte o modalità in base ai bisogni del bambino. Solitamente si trova sempre una zona più ampia dove è possibile sperimentare le coordinazioni motorie globali e una zona più circoscritta per svolgere attività fino-motorie, prassico-costruttive,ecc. Ci sono oggetti come palle, cubi di gommapiuma, teli, cerchi, costruzioni e altri materiali da assemblare o manipolare come carta, pongo, pittura. Oltre agli oggetti, il terapista interviene attraverso spazio, sguardo, tono, voce, postura e azione. Gli strumenti principali del terapista sono il gioco e il corpo(mente) in movimento. Attraverso le azioni, il bambino/a insieme al terapista co-costruiscono significati nello spazio di gioco, andando a creare una cornice di gioco condivisa.

L’obiettivo ultimo per il bambino/a e la sua famiglia è favorire la massima autonomia possibile, in senso relazionale, di gioco, comunicativa, cognitiva ed emotiva e la generalizzazione in tutti i contesti di vita.

Terapia occupazionale

Ci occupiamo di bambini che presentano disfunzioni a livello di:

  • coordinazione motoria
  • coordinazione bimanuale
  • coordinazione oculo-manuale
  • manualità grossolana e fine
  • grafo-motricità
  • attenzione
  • abilità visuo-spaziali

che possono compromettere le attività della vita quotidiana suddivise in:

  • cura di sé (mangiare, lavarsi, vestirsi…)
  • produttività (disegnare, giocare, scrivere…)
  • tempo libero (giocare, hobby, sport…)

 

Approfondimento

 La terapia occupazionale è la professione sanitaria della prevenzione, abilitazione e riabilitazione che ha come obiettivo il raggiungimento del più alto livello di autonomia nelle attività significative della vita quotidiana, che sono definite occupazioni. L’intervento si rivolge a persone che presentano difficoltà/disabilità cognitive, fisiche e/o sociali temporanee, progressive o permanenti che compromettono lo svolgimento in autonomia delle occupazioni comprese nelle tre sfere della vita: cura di sé, produttività e tempo libero.

L’intervento del terapista occupazionale si svolge rilevando risorse e limiti delle capacità personali, della struttura delle occupazioni e della loro sequenza (è infatti l’esperto dell’analisi dell’attività), dell’ambiente fisico e umano in cui vengono svolte, e proponendo soluzioni di acquisizione o di compenso per farne fronte, mantenendo ruoli e ottenendo la massima partecipazione possibile alla propria vita.
Si effettuano trattamenti in tutti i luoghi di vita, dal domicilio al posto di lavoro/scuola ai luoghi del tempo libero con bambini, adulti e anziani con qualunque tipologia di disabilità.

 ADULTO/ANZIANO

Le disabilità o le problematiche che coinvolgono l’età adulta e l’anziano sono molteplici. Possono essere di natura traumatica o organica (secondarie a patologie specifiche). Esempi di cause possono essere l’ictus ischemico o emorragico, distrofie muscolari e altre patologie
neurodegenerative, traumi cranici o che coinvolgono il midollo spinale, malattia di Parkinson, demenze giovanili o demenza di Alzheimer.
Basandosi sulle linee guida e sulle buone pratiche esistenti, la terapia occupazionale mira al raggiungimento di una miglior qualità della vita per la persona con disabilità e per tutto il suo contesto di vita, aumentando la partecipazione alle attività significative personali. Fondamentale è il lavoro con la famiglia e con il caregiver, interno o esterno alla famiglia, al fine di ottimizzare l’assistenza da un punto di vista funzionale per entrambi i protagonisti.
Importante è anche l’attenzione all’inserimento lavorativo e una valutazione delle abilità in questo contesto, sia nel caso di bambini con disabilità congenite diventati adulti che in caso di eventi traumatici o organici che comportano una disabilità residua.

ETA’EVOLUTA

Le disfunzioni motorie, cognitive o psico-sociali che coinvolgono l’età evolutiva sono diverse. Possono essere legate a una diagnosi specifica come PCI, disturbo della coordinazione motoria, disturbi dell’apprendimento, disturbo dell’attenzione e iperattività, disprassia, disturbi dello spettro autistico, disabilità intellettiva, sindromi genetiche.
Oppure possono essere presenti anche singolarmente in bambini a sviluppo tipico che presentano quindi difficoltà di coordinazione motoria, bimanuale, oculo-manuale, manualità grossolana e fine, grafo-motricità o a livello di funzioni esecutive, attenzione, abilità visuo-spaziali, abilità di letto-scrittura e comunicazione. Queste importanti abilità possono quindi influenzare i livelli di partecipazione e di coinvolgimento nelle attività di vita quotidiana normalmente attesi dal bambino.
L’intervento prevede la stretta collaborazione con la famiglia, gli insegnanti ed eventuali altri professionisti al fine di proseguire il lavoro anche nei contesti quotidiani del bambino, garantendo una migliore qualità di vita del bambino stesso e di coloro che con lui si interfacciano.

 

Psicoterapia

L’intervento psicoterapeutico nell’infanzia prevede una prima fase di valutazione con l’obiettivo di analizzare le cause della sofferenza del minore che, molto spesso, si manifestano in famiglia, a scuola o con i pari. Prevede l’utilizzo di strumenti ludici utili a facilitare l’emersione del vissuto del bambino e a promuovere la costruzione di una situazione di benessere grazie anche al contributo dei genitori o dei famigliari che vengono coinvolti, a diverso titolo, nelle successive tappe del percorso.

Approfondimento

La psicoterapia è, di fondo, una relazione tra il terapeuta, esperto di un metodo, e il cliente, esperto delle proprie interpretazioni e del proprio problema: essi costruiscono insieme un nuovo modo di osservare la situazione e quindi anche un nuovo modo di farvi fronte. È dunque un laboratorio in cui, attraverso varie tecniche, terapeuta e cliente mettono in atto degli “esperimenti” che permettono di testare nuove interpretazioni e, progressivamente aiutare la persona a sperimentare nuovo approccio anche nella sua vita quotidiana al di fuori della terapia. La psicoterapia è un percorso di conoscenza, un “viaggio” che la persona compie in compagnia del terapeuta.

La psicoterapia è, allora, soprattutto un’esperienza, che si snoda attraverso la costruzione e ricostruzione della propria storia di vita, alla ricerca e alla riconsiderazione dei significati personali che essa ha o può aver avuto. Pone al centro del suo interesse l’individuo e le sue relazioni e le sue modalità di dare senso e significato al suo mondo. La psicoterapia ha come obiettivo la possibilità di offrire un cambiamento importante nella vita dell’individuo, favorendo la possibilità di inventare modi alternativi per affrontare l’esperienza di vita stessa. La psicoterapia non prevede un percorso temporalmente stabilito ma questo viene definito durante il percorso con il paziente valutando l’evoluzione e l’utilità di una continuazione o interruzione del percorso.

Sostegno didattico

Potenziamento didattico:

  • percorsi di didattica metacognitiva volti a sviluppare consapevolezza dei propri processi cognitivi e delle proprie potenzialità
  • acquisizione di un metodo di studio efficace con riferimento al proprio stile cognitivo
  • dal testo alla mappa: guida alla creazione di mappe concettuali per facilitare l’apprendimento.

Didattica volta agli alunni con disturbi specifici di apprendimento (DSA):

  • strategie di calcolo a mente
  • lavoro sull’algoritmo per la comprensione e risoluzione di problemi
  • procedure per la risoluzione delle quattro operazioni
  • attività mirate alla comprensione del testo (individuazione degli elementi espliciti, potenziamento delle
  • inferenze).

Didattica volta ad alunni con disabilità (lieve, media, grave):

  • apprendimento della letto-scrittura
  • abilità di calcolo
  • quantità
  • didattica specifica in relazione al tipo di disabilità.